IL VANGELO DEL CONSUMO
Alcuni stralci dal Catechismo del Consumo “Vangelo secondo il Centro Commerciale” rinvenuti dal biodroide scout Rt-9 nella ricognizione ai confini sud-est del deserto radioattivo Cesium 137 dove, fino al primo quarto del XXI secolo, sorgeva l’Occidente terrestre.
Le origini del Consumo illustrate ad un povero di spirito condannato alla lapidazione per il furto di una Playstation (dal Vangelo secondo il Centro Commerciale cap. 21,28-32).
… quindi, di Sabato, il Signore nostro Dio, la prima e più perfetta marca, la marca per eccellenza, una volta creata una terra priva di qualunque attrattiva, compra delle mele dalla dea della fertilità anatolica Cibele. Alcune le mangia lui; tre, invece, le rivende a prezzo solo lievemente maggiorato a Satana. Satana – archetipo, nella magra forma di un serpente, della malvagia sottomarca da discount per sottoproletari – ne mangia solo due e decide di rivendere la terza ad Adamo, in cambio della sua forza-lavoro. Satana, infatti, vuole piantare alberi di mele nell’Eden per esportarli all’Inferno dove, con tutto quel caldo, crescevano solo kiwi e papaye. Mentre ara e semina la terra, l’onesto lavoratore Adamo viene molestato da Eva, icona della consumatrice ingorda ma esigente, che vuole quella mela così bella, tonda e rossa.
«Ma aspetta che crescano gli alberi, dio buono! Ce ne saranno centinaia, ce ne abbufferemo!» dice Adamo.
«No. È bella. La voglio adesso» ribadisce Eva.
Il protocollo del progresso umano, basato sulla compravendita (iniziata da Dio, marca originale e unico venditore all’ingrosso, e proseguita con gli umani da Satana, la sottomarca), avrebbe dovuto perpetuarsi con Adamo che rivendeva a sua volta la mela a Eva la quale – non avendo denari né un granché di forza lavoro – avrebbe ricambiato Adamo con una congrua quota di favori sessuali. Quel fesso fricchettone di Adamo, invece, ad Eva la mela gliela regala, interrompendo il patto commerciale iniziato dal Signore e incorrendo nella sua collera fino a essere scacciati entrambi dall’Eden. Il momento fondativo del Catechismo del Consumo appare in questo modo un po’ triste, ma tra di noi ci sono anche le feste felici, come il Natale, cioè la Festa Nazionale del Consumo, dove al centro dell’adorazione non è più la Sacra Famiglia ma i tre magi commessi viaggiatori. Questi, dai tre angoli del mondo conosciuto, vengono informati da una stella cadente, simbolo dello spionaggio industriale: “grossi affari in medioriente!”. Danno quindi inizio al commercio internazionale portando al Re dei Re a Betlemme, in Palestina, cataloghi di pannolini e prodotti per la prima infanzia. Dopo queste parabole, devi conoscere i sacramenti, che marciano di pari passo con la crescita e l’educazione del giovane compratore. Con soli cento punti-spesa sulla tua Carta Clienti d’Identità clienti puoi ricevere il battesimo, che consiste nel marchiarti la chiappa sinistra con un bel codice a barre ricavato dal tuo nome. Con 500 punti riceverai la cresima, ma non potrai sposarti se non hai accumulato almeno 1200 punti. Matrimoni, per così dire, riparatori, si possono celebrare anche con 900 punti, ma si deve recuperare con una lista di nozze extra lusso. Per l’estrema unzione, invece, ci vogliono… a proposito, giacché tu devi morire… quanti punti Cliente hai?
David l’acquirente viene guidato tra le meraviglie delle miniere di Salomon Auchan (VCC 53,21-35).
Scivolammo sotto una piccola arcata accanto al privè e ci ritrovammo in una saletta esagonale illuminata con al centro un tavolo colmo di alambicchi e una specie di grande ampolla collegata, tramite tubi, a diverse sfere di vetro con dentro del liquido in ebollizione. Rubinetti, contagocce, due bariel pressurizzati in vetro e una fila di provette. Tutto immerso nell’allegro rumore di un continuo ribollire. In realtà capii subito, ma lasciai che me ne parlasse Re Salomon Auchan in persona, per non interrompere la carica positiva del suo tono inebriato.
«Questo modello in scala ridotta, perfettamente funzionante, riproduce il sintetizzatore del gas segreto che viene da sempre diffuso in ogni centro commerciale che si rispetti: l’Assenzio dell’Acquisto. Quel gas assolutamente incolore e inodore che circola permanentemente in ogni reparto per essere fatto inconsciamente respirare ai clienti nei loro giri. È il famoso gas che conduce a quella bizzarra ma utile turba mentale per la quale entri in un ipermercato con l’intenzione di comprare un pacco di farina e del latte parzialmente scremato ma poi torni a casa con un triplo lettore divx con home theatre e schermo da cinquanta pollici a cristalli liquidi in offerta, un cluster di sette Xbox in promozione, tre mensole di granito praticamente regalate, la racconta delle orazioni di Roosvelt a un prezzo ridicolo e che oltretutto ti garantisce l’omaggio della biografia di John Lennon scritta al contrario per evocare Satana. Naturalmente il gas va dosato per riequilibrare le vendite da un reparto che va alla grande ad uno che fa pochi affari del tipo: Abbiamo decine di paia di slip commestibili ancora invenduti… intensifica il gas nel reparto slip commestibili e abbassalo in quello canottaggio!. Queste sono le strategie dell’acquisto a catena che ci hanno portato all’odierno potere parareligioso. Ora usciamo, ti faccio vedere uno dei miei pezzi preferiti».
In una stanzetta illuminata da un fascio di luce gialla, sopra una colonnina lavorata, luccicava quello che mi pareva un grazioso forno a microonde collegato a quattro batterie ad acido.
«Bello, eh? L’ho ribattezzato il fornetto del “non tutto il male viene per cuocere”.Ti spiego. Alcuni giorni dopo la distruzione di Bologna ad opera degli androidi anti-lavavetri del Buddista Nero, rivoltatitisi contro tutta la città, fu sperimentato per l’ennesima volta un congegno che avrebbe dovuto permettere viaggi temporali. Quel giorno ci fu un successo iniziale. Il congegno poteva permettere il viaggio nel tempo, ma solo a creature piccole come gattini o neonati e comunque fino a non più di dieci giorni nel passato. Inutile ai fini della salvezza dell’umanità, ma utilissimo per tutte le nascenti città-ipermercato commerciali. Grazie a questo prodigio, possiamo portare i prodotti ormai scaduti dieci giorni indietro nel tempo fino a quando erano ancora acquistabili. E smerciarli a prezzi rasoterra. Discreti guadagni e tanta salute in più ».
Il monito della saggia madre alla figlia primogenita che va in sposa ad un uomo che vive oltre le Mura di Gericoop, la città-centro commerciale (VCC 43,9-15).
Tesoro, fuori non è come qui dentro le mura di Gericoop. Nessuna sorridente ragazza sui pattini passerà a suggerirti dove andare e se camminerai tra gli alberi dopo il tramonto e se qualche lugubre individuo aprirà davanti a te il suo impermeabile chiedendoti: vuoi assaggiare? be’, credimi, tesoro: non è un promoter. Sul continente, oltre le mura del centro commerciale, le distanze sono enormi, la scelta è limitata e non avrai alcun potere nonostante i tuoi punti-fedeltà sulla Carta Clienti d’Identità. Il giorno che alzerai gli occhi e al posto degli arabeschi di neon del soffitto troverai il cielo, non credere a chi ti racconta la favola della natura e della libertà. Quelle nuvole sono algoritmi e quelle stupide rondini ologrammi, che vendiamo pure noi, a soli 5 euri l’una, nel reparto Holoworld di papà.
Il canto d’amore della giovane cassiera del reparto articoli da regalo per redditi medio-alti innamorata all’addetto sicurezza del reparto cellulari monodimensionali (VCC 69,11-19).
I miei sogni danzano al ritmo della luce elettrica, la mia vista vuole perdersi tra ciò che io posso acquistare.
Io sono ciò che compro, vivo per possedere.
Quando vendo mi arricchisco, quando compro mi arricchisco.
Quando porto a casa un buffo animaletto di cristallo disegnato da Vivienne Westwood mi arricchisco.
Io sono di più, se ho un buffo animaletto di cristallo disegnato da Vivienne Westwood. Quel buffo animaletto di cristallo disegnato da Vivienne Westwood mi da il buonumore.
L’acquisto è cibo per la mia anima.
E lo è anche per te, lo è per tutti, piccolo mio, ma non posso seguirti fuori dal reparto che amo e che rappresenta il mio unico vero orizzonte. Ma ti voglio tanto bene e ti mando un bacio. Vieni a trovarmi quando vuoi. Faccio la cassiera, sono solo una dipendente, ma penso che un bel whisky potrò offrirtelo comunque. In bicchieri progettati da Fuksas e con cubetti di ghiaccio firmati Roberto Cavalli, naturalmente.
E se berrai tanto, amore mio, e se ti ubriacherai… stanne certo: sarà una sbornia di marca…”.